Tutto è stato inaspettato: a cominciare da ciò che ho trovato in questa visita all’oliveto.
Siamo a Firenze, appena fuori, un poco a nord, proprio al bordo della città.

Si parla spesso di passione.
In questo giovane uomo c’è qualcosa di diverso: orgoglio e felicità.
L’orgoglio dell’appartenenza e la felicità di far crescere una nuova pianta.
Mi racconta della gelata del 1985. Non era nato, ma ne ha sentito parlare così tanto che è quasi come se l’avesse vissuta. Gli alberi ne hanno sofferto molto, sono quasi morti. Non hanno prodotto per anni.
Ecco come questi alberi straordinari hanno reagito: moltiplicandosi. Che a pensarci bene è quasi una metafora del genere umano: si moltiplica nei periodi di difficoltà. Ogni albero è diventato due, tre, quattro, addirittura cinque. Cinque alberi con radici comuni ma che danno frutti come se davvero fossero separati, una produzione incredibile.

E poi succede che gli alberi hanno un nome, tanto che si dice andiamo alla Torre, andiamo al Monolocale Giapponese, arriviamo in fondo fino alla Cattedrale.
Sono nomi che sono stati dati per la superficie che ricoprono, lo spazio che occupano.
“Perché, non è forse grande quanto un monolocale?: lì ci sta la cucina e qui il divano con la TV. Come all’ IKEA.”
Si entra in casa, ci si guarda intorno per capire come viverla; si entra nell’albero per capire come arrampicarsi.


L’olio per ora è poco più di un passatempo: una produzione familiare di cui ho avuto in regalo pochi chili, in segno di ventennale amicizia.
Un olio straordinario. Straordinario perché diverso. Ero abituata agli olii extra vergini della mia regione, la Toscana, forti, pieni, complessi. Questo olio è delicatissimo, dolce, adatto a preparazioni fini. Un olio che non soverchia i sapori: aggraziato e garbato. Adatto anche a fare i dolci, al posto del burro.
Non per questo insipido; anzi multiforme ed elaborato. Un sapore da scoprire, da “scannerizzare” con una degustazione attenta.

Una visita piacevole, nel sole di una primavera accennata.
Non contenta, mi sono portata via un rametto di alloro profumatissimo.
Marcella Ansaldo © 2023
Photos by Marta Mariuz © 2023









