UOZINMAIFRIG 3

Dire che cucino con ciò che trovo a casa quando sono da Pellegrino è…. Prendersi in giro.

In questa casa ci sono tre congelatori a pozzetto pieni fino all’orlo di cacciagione ( tutta: cinghiale, lepre, capriolo, fagiani, colombacci…), e di polli, anatre, germani, oche, faraone pettegole,  allevati nel gallinaio di casa (enorme, dotata di piante per fare ombra d’estate, con apertura su un capannone per dormire e depositare le uova, con due alberi da frutto tutti per loro, un piccolo laghetto che è il quartier generale delle anatre). E poi verdure dell’orto, legumi e farine biologiche col germe di grano.

E poi a casa c’è una cantina, con vini fatti da Pellegrino e dai suoi amici, che tengono buona compagnia a salumi e ai prosciutti appesi ( anche essi fatti a casa). Talvolta ci sono anche formaggi. E poi negli sportelli del garage ci sono sott’oli di ogni tipo ( ovviamente con verdure e olio di casa), erbe appese a seccare, pomodorini a grappolo che pendono dal soffitto, la conserva di pomodoro. Eppure anche noi davanti alla fatidica domanda

  • Che mangiamo oggi? –

Rimaniamo a volte spiazzati

E poi a Pellegrino piace andare al mercato e al supermercato e comprare quello che non si produce a casa , che è arricchito anche dai doni di amici come lui: piccioni, conigli, angurie…… Oltre a caffè, cioccolato, sale, talvolta zucchero per fare le marmellate ( a casa usiamo il miele, quello vero, di fiori di finocchio, di fiori di sulla, la melata, il miele di castagno, tutto fatto da amici o amici degli amici), talvolta capita anche di comprare cose di cui non abbiamo assolutamente bisogno. Sfizi, capricci, e anche, per dirlo alla Toscana, troiai. A volte capita di cadere nella trappola delle confezioni accattivanti.

Beh, torniamo all’origine del discorso.

Capirete che in una casa così ci vuole solo un pizzico di fantasia perché la materia prima c’è tutta. Io però ogni volta cerco di usare quei rimasugli che stanno tristemente in frigo e che andrebbero nel secchio per le galline se non si consumano a breve.

Così mi sono elaborata questa ricetta: c’era in frigo un radicchio tardivo arrivato dalla campagna veneta: un amico ce lo manda ogni anno. C’era un  culetto di salame di capriolo, un po’ di ricotta del Mameli ( il pastore di fiducia) . La cesta delle noci piena e si sa, dopo Natale poi non ci vanno più, anche se ti sei spaccato la schiena a raccogliere in fondo al campo.

E’ domenica, decido di fare il pasto della festa. Farina e uova sulla spianatoia e faccio la pasta. Mentre riposa, trito un pezzetto di cipolla, affetto sottilmente il radicchio. Faccio appassire la cipolla un minuto in un cucchiaio di olio buono, aggiungo il radicchio, un pizzico di sale, metto il coperchio, faccio stufare.

Intanto metto il culetto di salame nel frullatore e lo metto nella ciotola con la ricotta, aggiungo un uovo piccolo, un cucchiaio di formaggio grattugiato. Aspetto che il radicchio di sia freddato un po’ e lo mescolo al composto. Ripieno fatto.

Vado a comporre i ravioli: stendo la pasta, la taglio a grandi dischi con un bicchiere, ci metto un cucchiaino di composto nel mezzo e chiudo a mezza luna.

Per le noci mi metto a sedere: devo schiacciarle a una ad una e liberarle dalla lamina legnosa che separa gli spicchi del gheriglio. Poi le metto nel mixer. Metto questa farina di noci in una padella larga con un pezzetto di burro, una presa di sale circa un bicchiere di latte, qualche fogliolina di maggiorana fresca che è nel vaso in terrazza. Faccio cuocere pochi minuti finché si ottiene una crema.

Intanto l’acqua per cuocere i ravioli è quasi al punto di ebollizione e intanto Pellegrino arriva su con un mazzetto di rucola profumata. La risciacquo, la asciugo. Butto i ravioli nell’acqua, li spingo sotto delicatamente con una schiumarola.

Trito la rucola, grattugio il grana.

Ecco i ravioli che salgono. Li adagio nella padella con la crema di noci ancora un po’ acquosi. Li “salto”. Spadello, metto nei piatti e servo con una spolverata di grana e una di rucola tritata.

Lo so, questo post di UOZINMAIFRIG  ha una ricetta elaborata. Ma che ci volete fare… vivo così. Come dico sempre, sono una ragazza fortunata.

Marcella Ansaldo

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