in copertina: il Ristorante “Da Giggetto” a Roma.
Il quartiere Coppedè di Roma prende il nome dal suo architetto, Gino Coppedè. Realizzato intorno al 1920, i palazzi sono un compendio degli stili delle varie epoche di Roma: un grande arco – l’illusione di ingresso nel quartiere, a cui in realtà sia accede anche da altre strade, richiamante gli archi di trionfo; le cornici della Roma imperiale, fregi e decori che nell’insieme danno l’impressione qua e là della più essenziale Art Decò, come di ridondante Barocco.
Coppedè è la sintesi di Roma.

Le colonne, i templi, le mura, i grandi palazzi, le fontane, le basiliche e tanto, tanto cielo, che si apre sopra le sue strade ampie.
L’inclinazione ai monumenti si ritrova anche per le strade del cibo.
Di fronte all’Isola Tiberina, ciò che era stato il Ghetto Giudaico pullula di osterie, ristoranti, pasticcerie. Sulla strade di sanpietrini – i ciottoli squadrati di Roma – in questo periodo ci sono i monumenti di carciofi.
Il carciofo è esposto, celebrato, quasi meglio – almeno in maniera più esplicita e tangibile – dell’ode di Neruda. È lì, un esercito compatto di fiori guerrieri, ad adescare, a suggerire che, adesso, sulle tavole di primavera, non esiste altra delizia più sorprendente – con le sue scale di sapori, dall’amaro al dolce – di se’.
Carciofi alla Giudia ( fritti interi, aperti come un fiore sbocciato, croccanti, deliziosi) e Carciofi alla Romana in ogni ristorante del Ghetto, del Testaccio, di Trastevere.
Obbligatorio è l’uso dei Carciofi Romaneschi.
Per il Carciofi alla Romana, superata la difficoltà di pulire il carciofo, la ricetta del è semplice: eccola qua:
Ingredienti per 4
4 grossi carciofi romani o mammole
60 gr di olio extravergine di oliva
4 spicchi d’aglio
2 cucchiai di prezzemolo tritato
8 foglie di menta tritate
2 acciughe salate facoltative
Sale
1 succo di limone
Pulire i carciofi scartando le foglie esterne. Sbucciare il cuore. Metteteli a bagno in acqua e limone per evitare che anneriscano.
Con un movimento a zig zag, premendo con il pollice sulla sommità dei carciofi, aprirli. Rimuovere i capelli all’interno con un cucchiaino da tè.
Tritare l’aglio e mescolare con menta e prezzemolo. Aggiungere le acciughe facoltative, tritate.
Farcire i carciofi.
Metterli a testa in giù in una padella con olio d’oliva. Versare una tazza d’acqua. Salare un po’, prestando attenzione nel caso abbiate usato le acciughe.
Mettere un coperchio e cuocere fino a quando non diventano morbidi.
Due trucchi recentemente imparati a Roma:
- al momento di farcire i carciofi con il trito di erbe, strofinare le foglie interne con i polpastrelli delle dita bagnati e passati nel sale fino
- cuocere i carciofi con una carta del pane sotto il coperchio.
Marcella Ansaldo © 2023









