LA CUCINA SALVERA’ IL MONDO

Non è esattamente ciò che ha scritto Dostoevskij, è vero. Ma è anche vero che la Cucina, anzi la CUCINA è bellezza.

Belli sono i piatti degli chef fotografati sulle riviste patinate. Bella è la pietanza che ci invita appena rientriamo a casa. Belle sono le esposizioni di leccornie ( Italiane!!!) nelle vetrine di pasticcerie e gastronomie.

L’Italia è un Paese strano, pieno di contraddizioni che sembra andare avanti senza una logica visibile.

Un po’ di logica a me sembra di averla trovata. Forse è perché faccio questo mestiere, il Mestiere del Cibo, che vado a cercare le risposte – anzi le domande – nel cibo.

Siamo una Nazione che vanta tradizioni millenarie in ogni settore: architettura, letteratura, filosofia e … (potete riempire i puntini con ciò che volete: andrebbe bene) cucina. Siamo stati invasi da tutti per qualsiasi motivo, soprattutto la bellezza e la ricchezza del nostro territorio. Quelli che non ci hanno invaso e conquistato sono comunque passati da qui per andare da un posto a un altro, da est a ovest, da sud a nord e contrario: religione e pellegrinaggi, affari e commercio. Tutti prendendo qualcosa e lasciando qualcosa, fosse anche una piccola impronta: dal sistema metrico decimale alla zucca. Tutti rubando e lasciando qualcosa: una tecnica, un’idea, un’erba, una spezia.

Di tutto questo ringraziamo.

Ma la voglia di conquista degli Altri ha fatto sì che ognuno dei tanti popoli che abitavano lo Stivale si tenessero stretta la loro identità: l’amore per la famiglia e il luogo di origine, l’idioma, l’acqua, il vigneto, il cibo della mamma.

E’ così che oggi noi Italiani abbiamo il cibo più vario che esista e la Cucina Italiana ( con tutto ciò che questo termine vuole dire: Cucine Regionali, tradizioni, metodi di conservazione, eccellenze e varietà di semi) è la numero uno al mondo.

Sapete di cosa sono convinta? che dal momento che mangiare è un bisogno primario, il mangiare, inteso anche come scelta del cibo, diventa una scelta politica. Scegliere cosa e dove comprare il cibo è una scelta politica, una scelta per il bene comune.

Con i cibi delle multinazionali ( le stesse che producono medicinali) rinneghiamo la bellezza del nostro cibo, alimentiamo le casse di pochi potenti, distruggiamo il nostro senso del gusto – rifiutando, per chi ci crede, un dono di Dio -, facciamo ammalare i nostri organi.

E’ vero, comprare cose buone costa di più. Apparentemente. Costa anche l’Alka seltzer per digerire.

E’ vero anche che, nonostante ci sia un gran parlare di prodotti veri, buoni, sani, giusti, non se ne trovino molti e in troppi abbandonano campagne, stalle, alveari per gli altissimi costi di gestione. Se poi ci si mette anche l’Unione Europea con le quote di produzione ( tipo quote-latte per intenderci), per cui se produci di più di quanto permesso paghi anche la multa, allora i costi diventano insostenibili.

E poi i produttori veri, buoni, sani e giusti non riescono a vendere o devono vendere con margine di guadagno basso o nullo. Si estingueranno di questo passo.

Per questo insisto sull’acquisto di cibo “buono” come potere politico: per dare spazio alle piccole fattorie, per assicurarci prodotti salutari e puliti, per continuare a godere di quei panorami incantevoli che sono sì, creati dalla Natura, ma forgiati dall’opera dell’uomo.

La Cucina salverà il mondo: la cucina italiana, quella cinese, quella giapponese, araba, francese, messicana, iraniana, greca: tutte le Cucine salveranno il mondo se sapranno rimanere fedeli a se stesse, se continueranno a mantenere la biodiversità e a creare benessere.

Come diceva Arbore in una pubblicità: “Meditate, Gente, meditate!”.

Sì, meditate e soprattutto:

Cucinate Gente, cucinate!

http://gigliocooking.blogspot.com/2014/01/grazie.html

Marcella Ansaldo © 2023

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