Raramente abbiamo il controllo sulle cose, tantomeno sulla Natura. Ci siamo anche illusi di essere noi esseri umani l’unico animale intelligente, capace di emozioni e di reazioni. Bah…
Primavera: le mie erbe aromatiche nel cortiletto della scuola stentano a crescere. So di non avere propriamente il pollice verde, ma stavolta si tratta di merli. Sono dispettosi. O semplicemente fanno dispetti per loro necessità. Credo che stiano costruendo un nido raccolgono legnetti in giro. I miei vasi devono contenerne tanti, perché vi si tuffano di continuo.

Quando li vedo e quando posso, cioè se non c’è una lezione in corso, mi precipito fuori e faccio loro un rimprovero. Si li rimprovero. Che scema!
Il merlo dal becco giallo, come diceva Iole di Marino, parlando del proprio figlio e della sua arguzia. Andavo a rimproverare un merlo dal becco giallo!
Poi un giorno mi stanco. E faccio come facevo con mio figlio. Esco con la scopa e minaccio quel merlaccio di batterlo. Non che ne avessi l’intenzione – del resto non ce l’avevo l’intenzione nemmeno con mio figlio – e, se anche l’avessi avuta, credete che sarei riuscita ad acchiappare un merlo? – del resto non ci sarei riuscita nemmeno con mio figlio.
Il merlo scappa, vola via e si va nascondere dietro la siepe a ridosso del muro di cinta. Continuo a rincorrerlo. Minaccio con la scopa. Quello mi guarda ma sa che da dove è lui, in un intrigo di rami, non lo prenderei mai. Quindi mi guarda e basta. Pensa. Sbaglierò, ma ha uno sguardo torvo che mi ricorda un umano. O forse era quell’umano a ricordarmi un merlo.
Rientro e lascio la grande porta di vetro aperta.
Mi dirigo verso il fondo della cucina.
Sono voltata, dunque.
Il merlo entra nella grande stanza. Fa un voletto sopra il tavolo di marmo. Ci fa la cacca. Prende la porta e vola via. Pensate che sia entrato per sbaglio? No. Quello l’ha fatto apposta. Ha premeditato l’azione di conseguenza alla mia minaccia. Mi ha fatto capire chi comanda e che…sono scema
Beh, credo di aver usato una bottiglia di disinfettante….



